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Un progetto interdisciplinare unico dal titolo A Temporality segna la terza partecipazione della Mongolia all’Esposizione d’Arte Internazionale – La Biennale di Venezia, in mostra le installazioni scultoree dell’artista Jantsankhorol Erdenebayar (Jantsa) di Los Angeles e una performance sonora interattiva di canti di gola tradizionali mongoli, accompagnati dal famoso artista tedesco Carsten Nicolai, alias Alva Noto.

La mostra è curata da Gantuya Badamgarav, mecenate Mongola, che ha commissionato e organizzato la prima e la seconda partecipazione della Mongolia alla Biennale Arte 2015 e alla Biennale Arte 2017. Gli antenati dei Mongoli risalgono a piCi di 3 millenni fa, hanno sempre mantenuto uno stile di vita nomade in cui lo sviluppo e l’accumulo di creazioni tangibili, come la letteratura e l’arte, sono stati limitati dallo stile di vita pastorale, che richiedeva un costante movimento.

A causa di questo limitato contesto, le tradizioni orali sono emerse e si sono evolute come principale mezzo di espressione e sono state tramandate attraverso le generazioni. Con lo scorrere del tempo, le tecniche di espressione orale hanno acquisito forme uniche e complesse, che sono ora riconosciute dall’UNESCO come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. In origine, i mongoli praticavano il canto di gola come mezzo per comunicare con i loro sé interiori, l’ambiente intorno e il mondo animale. I suoni differivano a seconda dell’ambiente e delle menti piCi o meno evolute, dei corpi e gli spiriti delle persone che li emettevano.
Al giorno d’oggi, l’interazione tra esseri umani e natura è drasticamente attenuata e al contrario gli ambienti creati dall’uomo si sono sovrapposti a secoli di relazioni naturali, con il risultato che blocchi di cemento, vetri, pannelli e asfalti diventano i punti focali dell’interazione. Tenendo presente questa alterazione e le opere precedenti dell’artista Jansta, che si sono concentrate sulle trasformazioni e gli aggiustamenti tra esseri viventi e non viventi, il curatore Gantuya ha commissionato all’artista la creazione di installazioni scultoree che dialoghino con le stanze anguste e interconnesse con pareti in mattoni della vecchia casa veneziana.
Inoltre, ha invitato il famoso artista tedesco Carsten Nicolai, alias Noto, ad unirsi al progetto ed esibirsi insieme ai cantanti mongoli per trasformare e tradurre gli antichi strumenti delle espressioni orali in una forma d’arte contemporanea interagendo con lo spazio creato daJantsa. Nato in una famiglia di artisti,Jantsa ha conseguito la laurea presso l’Hunter College di New York e sta attualmente completando il programma MFA presso l’University of California, a Los Angeles, California. Profondamente consapevole delle sue radici, Jantsa è sempre stato affascinato dai racconti mongoli, dagli indovinelli, dai proverbi e dalle strutture mentali intellettuali e comunicative che sono state costruite dai suoi predecessori. Indaga le trasformazioni dei tabCi, dei rituali, delle superstizioni e delle abitudini socialmente costruite e crea un dialogo tra passato e presente. Giustapponendo le opere contemporanee con lo spirito della vecchia casa veneziana, le installazioni scultoree diJantsa offriranno agli spettatori momenti di fugace oblio e reminiscenza, in cui gli artisti potranno interagire con lo spazio e gli oggetti, ed creare performance emettendo suoni astratti usando tecniche tradizionali di canto di gola e musica elettronica. I suoni saranno installati nello spazio espositivo durante l’Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia. A Temporality si propone di imporre l’idea dell’effimero all’interno delle nostre percezioni. Una miscela paradossale di forme, materiali e suoni significa mettere in discussione le mentalità socialmente costruite e indagare diverse forme di resistenza.

Artisti: Jantsankhorol Erdenebayar, con la partecipazione dei cantanti di gola Mongoli Ashit Nergui, Damdin Khadkhuu, Undarmaa Altangerel e Davaasuren Damjin e con gli artisti ospiti Carsten Nicolai, aka Alva Noto

Source: https://hestetika.art/la-biennale-di-venezia-padiglione-della-mongolia/

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